“Ide, ti prego, non
afferrarmi la coda, ti scongiuro!”
“Ti conosco da quando
eri cucciolo Bas e il tuo atteggiamento mi suggerisce che nascondi qualcosa. Il fatto che tu stia
creando una barriera psichica per celare le tue sensazioni, puzza di bruciato più delle torte di mia sorella Gwen!”
Ide soffiò sul pelo di Bastet prima che esso riuscisse a
lanciarsi verso i rami di un pioppo fuori da una finestra: il felino rimase
fermo a mezz’aria, vittima dell’incantesimo di immobilità lanciatogli dalla sua
padrona.
A quel punto la maga gli agguantò la coda e la sua mente
poté sondare quella del gatto, rivelandole ciò che esso aveva visto qualche
ora prima, ovvero il suo amato Stelian assorto nel sacrificare ardendo vivo, un caprone.
Ide si sentì attanagliare lo stomaco nel vedere Stelian,
l’amore della sua vita, lordarsi di uno dei peggiori crimini che un mago potesse compiere:
sacrificare un essere vivente a forze oscure per accrescere il proprio potere
magico.
Guardare quella sventurata creatura contorcersi tormentosamente
avvolta in una fiamma nera dinanzi al proprio amato, le procurò
una terribile nausea.
Si sentì stupida per aver creduto che Stelian avesse
raggiunto il suo alto livello di magia senza ricorrere alla crudeltà, scendendo
a patti con quelle forze che furono la disgrazia di tanti praticanti di magia
perseguitati per secoli.
Il senso di tradimento e repulsione che la travolse, la fece crollare sulle ginocchia e le lacrime
cominciarono progressivamente ad sommergere il suo viso, scivolandole sul mento
e stillando ad intervalli quasi regolari, sul suo seno.
Tentò di domare i singhiozzi con una mano e Bastet svincolandosi
dall’incantesimo, le venne in soccorso avvoltolandosi in grembo e tentando di assimilare un po’ del dolore di
Ide.
Lei lo strinse a se e Bastet
le strofinò la testa contro il mento ,dicendole: “Ide, mi dispiace tanto, ma era da troppo tempo che gli sentivo addosso
la puzza della paura. Conosco quell’odore: è lo stesso che emanano le creature
che vado a predare prima che le uccida. Ho voluto seguirlo ed era quasi
riuscito a seminarmi, perché si è teleportato. Peccato che per via della giornata ventosa, l’ho fiutato fino al bosco, sul letto di un fiume in secca.
Ero l’unico animale nel raggio di centro metri, persino gli insetti hanno
abbandonato fiori e tane per la paura.”
Migliaia di pensieri varcarono la mente della giovane, ma di
una cosa era certa: tra lei e Stelian era finita.
Per certi versi avrebbe
preferito sorprenderlo con un’altra donna che vederlo smarrirsi nell’oscurità
della stregoneria. Sì, perché una volta abbracciato il seducente buio del male,
da maghi si diveniva stregoni.
“Ide alzati, quel
bastardo sta arrivando!” disse il gatto e la maga che attendeva il fidanzato per una
birra, asciugò il pianto con la collera.
Lei non attese che lui arrivasse alla porta: lo anticipò
spalancandola con forza e lui inconsapevole dell’accaduto, restò rincretinito
dalla spinta che ricevette sul petto.
“Qui non ci entri
lurido omicida, VAI A BACIARE IL CULO DEL DEMONE CHE HAI INVOCATO!”urlò lei, tanto rossa in viso da rendere il suoi capelli un
tutt’uno con la sua pelle.
“Ide ascolta, se non fai così, ci vuole troppo tempo per
ottenere…”
“…per ottenere una
buona carneficina?” interruppe Bastet : “Tante
vite sacrificate per assimilare poteri migliori ,un po’ come quell'odioso incantesimo che
non è riuscito a vincere sul vento e sul mio olfatto di predatore. Inoltre, quando qualche sera fa eri intendo
a fare il Don Giovanni sotto la doccia con Ide, ho annusato la tua giacca percependo che la prossima
vittima sarei stato io. Quanto potere si ottiene nel sacrificare l’amico fedele
della tua fidanzata?”
A quel punto Ide perse completamente la calma e strillò avventadosi
sull’ex ragazzo; le sorelle che stavano
assistendo alla scena, si precipitarono a dividerli.
“MOSTRO SCHIFOSO, AVRESTI UCCISO ANCHE BAS! SPERO POSSANO
PRENDERSI L’ANIMA CHE TI SEI VENDUTO E STRAZIARTI PER L’ETERNITA', FIGLIO DI
PUTTANA!”
In quel mentre intervenne lapidaria Caryn, la madre di Ide e rivolgendosi al ragazzo, lo
liquidò severamente: “Prendi
le tue ultime carabattole e svanisci. Non voglio oscuri a casa mia. Se penso
che eravate ad un passo da metter su famiglia e a darmi dei nipotini, mi sento
mancare le forze.”
Stelian divenne rosso in viso, ma di rabbia. La mandibola
era serrata ai limiti del dolore e l’adrenalina dentro di sé, lo pervadeva avvampandolo
d'odio.
“Stelianuccio, queste
troie si stanno allargando troppo. Ora conosci le parole per acquisire la loro
energia vitale lasciandole imputridite al suolo dopo penosissimi spasmi. Fai
sapere agli altri maghi che con il grande Stelian non c’è da scherzare,
uccidile tutte!”
Il suggerimento di una gelida vocina interiore ,
gli fece spalancare la bocca, ma prima che le corde vocali potessero articolare
la prima sillaba di una formula magica, Stelian si accorse che un corvo del
Magic Bureau, stava volando circolare sopra la sua testa.
“Speriamo non mi abbia
pedinato!” pensò e voltando le spalle alla casa di Ide e della sua
famiglia, se ne andò.
“Quel corvo non deve
tornare agli uffici del Bureau, rischio la pena capitale” rifletté Stelian, per cui il
ragazzo fece finta di avviarsi verso casa e di non essersi accorto di essere sorvegliato
dall’uccello-spia.
La gelida voce del demone a cui si era affidato, gli propose
nuovamente: “Con una formula rendilo cieco, con l’altra cancellagli la memoria e
vedrai che non passerai grane”.
E così fù, ma guadato da un elettrizzante sadismo, decise oltre a
renderlo cieco,di farlo volare contro il parabrezza di un Tir uccidendolo
sul colpo.
“HAHAHAHAHA,SEI UNA FORZA!” sghignazzò il demone e Stelian, permeato
da uno squilibrato senso di onnipotenza, si avviò verso casa.
“Un buon bicchiere di
rosso e un bagno caldo, saranno d’aiuto
per architettare un buon castigo.” fu un pensiero che eccitò Stelian oltre
ogni limite.
(continua)
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